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Cosmetici naturali: facciamo chiarezza
Sentiamo spesso parlare, spesso in maniera un po' confusa, di cosmetici naturali, con ingredienti vegetali in determinate percentuali. Sì, perché quando si viene a contatto con un prodotto cosmetico, spesso si pensa che la presenza di ingredienti naturali sia a prescindere sinonimo di sicurezza e affidabilità. Al contrario il termine “sintetico” che, erroneamente, si contrappone a “naturale”, avrebbe una connotazione meno positiva. In realtà questa semplificazione è scorretta, generica e fuorviante, poiché sono talmente numerose le reazioni chimiche a cui partecipano le molecole che solo alcune di esse possono realmente venire definite “di sintesi”. A questo proposito, è interessante l'approfondimento del Dott. Vincenzo Rialdi pubblicato su Rizzoli Education a questo link.
Ebbene occorre chiarire che le Linee Guida sulle aggettivazioni dei prodotti cosmetici (note anche come “claim”), disciplinate dal Regolamento Europeo 655/2013 CE, non sono molto chiare riguardo il “naturale” (e altri aggettivi simili come “organico” o generalmente “verde” che non sono regolati da specifici disciplinari).
Cosa si può definire cosmetico naturale?
In termini strettamente chimici, non potrebbe esistere un prodotto 100% naturale né un prodotto 100% sintetico. Un crema viso 100% naturale non esiste perché, necessariamente, anche gli estratti naturali devono passare da fasi chimiche di raffinazione.
Facciamo un esempio pratico. Il “famoso” LES (o SLES) che chimicamente è il sodio lauril etere solfato, deriva da oli di cocco e di palmisto (cioè non dalla palma ma dai suoi semi) e solo in due successivi trattamenti chimici, durante i quali si potrebbe formare un composto cancerogeno, si trasforma nella molecola finale.
Quindi potremo dire che il LES è di “derivazione naturale” (oli di cocco e di palmisto) senza temere di essere smentiti, riferendoci pur sempre alla stessa molecola che durante il suo processo di lavorazione potrebbe essere diventata potenzialmente dannosa per l’uomo. Alla stessa stregua molti estratti dichiarati “naturali” vengono trattati chimicamente nei processi di “estrazione” (per esempio con solventi come i glicoli). E allora sono di “derivazione naturale” anche loro? Un prodotto naturale che però è stato chimicamente estratto da una pianta, può ancora definirsi naturale?
La domanda giusta potrebbe essere: quando un prodotto può essere veramente classificato naturale?
La risposta, in termini strettamente chimici, sarebbe probabilmente sempre in quanto persino il petrolio è un prodotto totalmente naturale, essendosi formato dalla decomposizione in assenza di ossigeno di microrganismi marini. Ma questo non è ovviamente accettabile nel comune vissuto del consumatore e nella comunicazione mediatica.
"Naturale" è sempre sinonimo di "buono"?
Al contrario, una crema viso completamente e veramente naturale e senza "parabeni, nichel, alcol, profumo...e chi più ne ha più ne metta" dopo pochi minuti dalla sua apertura presenterebbe al suo interno colonie di batteri e funghi che consapevolmente spalmeremmo sul nostro viso o corpo. Se si riflette attentamente, cosa può essere classificato "non chimico" in natura? Anche la stessa acqua è chimica, nella mela sono presenti alcune piccole percentuali di formaldeide eppure "una mela al giorno toglie il medico di torno". Abbiamo forse creduto per anni un un falso mito?
L’altro aspetto sul quale soffermarsi è: le molecole “naturali” fanno sempre bene? Anche qui possiamo fare un esempio. Già da molti anni il disposto legislativo europeo come il “Regolamento Cosmetici” (Reg 1223/2009 CE) impone di dichiarare in etichetta la presenza di uno dei cosiddetti allergeni, normalmente contenuti nelle fragranze utilizzate nel prodotto, riferendosi a una tabella, sempre aggiornata, di sostanze riconosciute dall’SCCS (Comitato Scientifico Europeo per la Sicurezza dei Consumatori) con elevato potenziale allergico per l’uomo. Ebbene, sapevi che tutti gli allergeni sono molecole naturali?
Allo scopo di ridurre il rischio di allergia tutti produttori di fragranze e profumi si sono perciò diretti verso molecole di sintesi (e perciò non naturali) a bassissimo impatto allergico e tossicologico per l’uomo, e anche molto ecosostenibili.
Quando un prodotto cosmetico non è dannoso per la salute?
Riguardo questo punto (che poi è quello veramente importante) da tempo la normativa europea prevede l’obbligatorietà di una “Valutazione della Sicurezza per Salute Umana” prima che il prodotto venga immesso sul mercato.
Il già citato Regolamento Cosmetici dal 2013 impone ai produttori di cosmetici di fare un passo in più e cioè la redazione del cosiddetto “Rapporto di Sicurezza” che, oltre alle garanzie di analisi tossicologica di tutte le materie prime come già dapprima richiesto, subordina l’immissione sul mercato del prodotto al vero e proprio calcolo di un Fattore di Sicurezza (il “MoS”, Margin of Safety), che ovviamente dipende dai dati di sicurezza di tutti gli ingredienti, e che solo se risulta entro ampi margini di garanzia consente l’immissione sul mercato del prodotto.
Al di là di imprevedibili frodi che hanno il connotato di dolo, un prodotto cosmetico per essere immesso sul mercato deve essere sicuro per il consumatore, sempre, senza se e senza ma.
Infine, sempre per la tranquillità del consumatore, è opportuno sottolineare come con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento Cosmetici sia stata richiesta su tutto il territorio europeo una maggior attenzione dell’Autorità di Controllo (ASL e NAS nel nostro paese) e siano state giustamente inasprite le sanzioni (si veda in proposito il D.Lgs 4.12.2015, n. 204) che, in casi di reati verso la sicurezza al consumatore, arrivano a pene pecuniarie di 100.000 € e alla reclusione fino a 5 anni.
Il parere della dermatologa
Ad esprimere i suoi dubbi in merito al trend dei cosmetici naturali che sta spopolando in UK è anche la dottoressa e dermatologa Anjali Mahto, uno dei maggiori esponenti in dermatologia e skincare nel regno Unito, che ha aiutato milioni di adolescenti inglesi a sconfiggere l'acne e convivere con questo inestetismo all'insegna di una nuova filosofia chiamata "skin positiviy". Insomma l'esperta voce autorevole della Dottoressa Mahto, nella sua ultima pubblicazione The Skincare Bible, istruisce i propri lettori a non credere ciecamente che un dermoscometico per essere buono, debba essere naturale o "privo di" qualcosa. Se da una parte i lunghi nomi chimico scientifico presenti sull'INCI dei prodotti skincare possono spaventare, è importante sapere che qualsiasi tipo di formulazione cosmetica, prima di essere messa in vendita, passa svariati test di sicurezza europei che garantiscono la tutela della salute del consumatore finale.
Il punto di vista del team di ricerca Skinius
Come scegliere dunque i dermocosmetici giusti per la pelle? Il nostro consiglio è provare e provare ancora per trovare la formulazione adatta alla tua pelle. Non avere pregiudizi perché la resa cosmetica di un prodotto è soggettiva: puoi capire se la tua pelle si trova bene solo dopo averlo usato, in diversi momenti dell’anno e della vita. Può accadere che un’amica adori la texture di un prodotto che, però, a contatto con la tua cute non restituisce le stesse performance.
Con il protocollo DERMAGENIA, lanciato nel 2022, SKINIUS è stata definita da Vanity Fair la prima azienda di skincare 100% made in Italy ad aprire la strada alla CLEANICAL BEAUTY, il nuovo trend skincare che nasce dalla fusione di un approccio CLEAN + CLINICAL. Un metodo in cui le formule, che si lasciano guidare dalle biotecnologie, contengono la quasi totalità di ingredienti di origine naturale (CLEAN) e la cui efficacia è comprovata da test clinici (CLINICAL). Un mix dove sensorialità, scienza e dermatologia si fondono in maniera sinergica per aumentare la performance dei prodotti.
Non solo, DERMAGENIA dà il via anche a una nuova SKINCARE EMOZIONALE dove l'alta competenza dermatologica SKINIUS si fonde con texture sensoriali indimenticabili volte al benessere olistico. Infatti, per ogni prodotto è stata studiata una piramide olfattiva senza allergeni, rendendo il protocollo sinergico da un punto di vista funzionale e sensoriale, nel rispetto della pelle sensibile. L'olfatto è collegato al sistema limbico e in particolare con l’ippocampo, ovvero la zona dei ricordi e della memoria, che anche l'applicazione di un cosmetico è in grado di stimolare.
Quello che ci guida è la volontà di creare formulazioni cosmetiche che siano ampiamente tollerate, anche dalle pelli più sensibili e intolleranti. Sì perché tutti i prodotti sono dermatologicamente testati sulla pelle sensibile e validati per garantire i massimi livelli di efficacia. Impara ad ascoltare la tua pelle: farai la scelta giusta.
Sul sito ABC Cosmetici è possibile reperire moltissime informazioni agnostiche e imparziali, garantite dalla professionalità scientifica e normativa dell’Associazione Nazionale delle Imprese Cosmetiche.